Sugli Stati Generali il Pd pressa Conte per evitare nuove fughe in avanti. La paura è che si trasformi tutto in una semplice sfilata per i fotografi.
Il Pd ha fatto degli Stati Generali annunciati da Conte quasi una questione personale. Il Presidente del Consiglio avrebbe annunciato l’iniziativa senza prima confrontarsi con le forze di maggioranza. Ma il governo non può fare un passo indietro. La situazione è emergenziale e, come sottolineato dal premier in un colloquio al Corriere della Sera, è tempo di agire con urgenza.
Partito democratico in pressing su Conte sugli Stati Generali
Il Partito democratico è consapevole di non poter rimandare gli Stati Generali ma di certo non è intenzionato a presentarsi impreparato davanti ai principali protagonisti dell’Italia dell’Economia e del Lavoro.
E il governo al momento non ha un piano strutturato per poter sostenere una discussione anche solo lontanamente credibile.
Di fatto il rischio è che tutto si risolva con una sfilata buona per i fotografi e decisamente meno per il Paese. I più maliziosi suggeriscono che al premier anche solo il gesto di convocare gli Stati Generali potrebbe avere un effetto positivo, quello di rilanciare la sua figura nei sondaggi. La sensazione è che il Presidente del Consiglio abbia schiacciato il piede sull’acceleratore per arrivare il prima possibile ad avere un piano di riforme da presentare a Bruxelles.
Il Pd non vuole arrivare alla rottura con il Presidente del Consiglio. Ma vuole un maggio spirito di collaborazione
Il Pd non vuole arrivare alla rottura con il premier Conte, come avrebbe chiarito anche Nicola Zingaretti parlando con i ministri in quota. L’idea di fondo di un confronto con parti sociali e associazioni di categorie è condivisa. Il nodo resta il piano di riforme, che il Presidente del Consiglio starebbe preparando presumibilmente insieme con il ministro dell’Economia Gualtieri.